Green

Sharing economy, come la condivisione e il riuso aiutano la sostenibilità ambientale

25 luglio 2024

Valorizzare e diffondere il consumo consapevole, prediligendo lo scambio di oggetti e servizi rispetto al loro acquisto o possesso: è su questa idea che si basa la sharing economy, un tipo di modello economico focalizzato sulla condivisione dei beni e non sulla loro produzione.

 

Anche detta peer to peer, questo genere di economia ha come obiettivo quello di tutelare il Pianeta, tagliando i costi di produzione dei beni, e di sviluppare un senso di comunità tramite la condivisione di spazi e mezzi. 

Cos'è la Sharing economy e perché “condivisione” è la parola chiave

La sharing economy è un sistema economico in cui beni e servizi sono condivisi tra privati, spesso attraverso piattaforme digitali.

Questo modello permette di sfruttare meglio le risorse esistenti, riducendo la necessità di nuove produzioni e minimizzando lo spreco: comprende una vasta gamma di attività, dalla condivisione di automobili (car sharing) e alloggi (home sharing) al riuso di oggetti usati (second-hand markets) e alla condivisione di spazi di lavoro (co-working). 

Condividere invece che produrre beni in eccesso rappresenta una risposta efficace e innovativa alle sfide della sostenibilità ambientale. Attraverso la condivisione e il riuso, infatti, questo modello economico non solo riduce l'impatto ambientale ma ottimizza l'uso delle risorse e promuove la conservazione dei beni e riduce i rifiuti. Adottare e sostenere la sharing economy può quindi contribuire in modo significativo a costruire un futuro più sostenibile e resiliente.

Esempi di sharing economy

Uno degli esempi più noti di sharing economy è il car sharing, come quello “di quartiere” lanciato a Reggio Emilia. Questo servizio permette a più persone di utilizzare la stessa automobile, riducendo il numero di veicoli necessari e, di conseguenza, le emissioni di CO2. Le ricerche dimostrano che un'auto condivisa può sostituire da 9 a 13 veicoli privati, contribuendo significativamente alla riduzione del traffico e dell'inquinamento urbano. Inoltre, le flotte di car sharing tendono a essere più moderne e efficienti dal punto di vista energetico rispetto ai veicoli privati medi.

 

Un altro esempio è l’home sharing, come quello offerto da piattaforme come Airbnb, che consente ai proprietari di case di affittare stanze o intere abitazioni a breve termine. Questo sistema ottimizza l'uso degli spazi abitativi, riducendo la necessità di costruire nuovi alberghi e strutture ricettive, che richiedono significative risorse materiali ed energetiche.

 

Il riuso di beni è un altro pilastro fondamentale della sharing economy. Piattaforme di compravendita di oggetti usati permettono di dare nuova vita a prodotti che altrimenti finirebbero nei rifiuti. Questo non solo riduce la quantità di rifiuti che devono essere gestiti, ma diminuisce anche la domanda di nuovi prodotti, risparmiando risorse naturali e riducendo l'impatto ambientale della produzione industriale.

 

Gli spazi di co-working rappresentano un'altra forma di sharing economy che contribuisce alla sostenibilità ambientale. Questi spazi permettono a diverse persone o aziende di condividere uffici e strutture, ottimizzando l'uso degli spazi e riducendo la necessità di costruire nuovi edifici. Il co-working può ridurre significativamente il consumo di energia e le emissioni associate alla gestione di uffici tradizionali.

 

L’economia della condivisione, come testimoniano gli esempi, riguarda gli ambiti più disparati e risponde allo stesso obiettivo: rendere accessibili beni e servizi a costi inferiori, contribuendo a un'economia più equa e inclusiva.

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