Spagna e Portogallo hanno già fatto un primo passo verso il ridimensionamento del prezzo del gas. Dallo scorso giugno i due Paesi - con l’accordo della Commissione Europea - hanno introdotto un tetto ufficiale ma temporaneo al prezzo del gas che viene usato per generare elettricità. Una strategia per abbassare il costo delle bollette e permettere ai consumatori di pagare molto meno.
Quello di Spagna e Portogallo rappresenta un caso unico nel mercato dell’elettricità europeo, giustificato dal fatto che i due Paesi utilizzano in minima parte il gas russo grazie alla produzione locale di energia, rimanendo così interconnessi al resto dell’Europa solo con un tasso di scambio marginale.
La Spagna ha investito in una solida rete eolica e solare che le permette di essere quasi del tutto indipendente: una carta vincente che, tuttavia, negli anni ha incontrato l’ostacolo della vicina Francia che non ha mai accettato di potenziare i canali di distribuzione spagnoli verso il resto d’Europa.
Con la strategia messa in campo, la Penisola iberica - definita una sorta di "isola energetica" - è riuscita ad abbassare i prezzi dell’elettricità per i consumatori: seppur alti, risultano comunque inferiori del 15% rispetto a tutti gli altri Paesi Ue. Un dato reso possibile grazie al valore del costo del gas, stabilito a 40 euro al MWh per i produttori.
Tenendo basso il prezzo del gas per produrre elettricità, è calato conseguentemente anche il costo stesso dell’energia: in Spagna risulta decisamente minore rispetto a Italia, Francia e Germania.