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Reati ambientali, l'Unione europea inasprisce le sanzioni: cosa è previsto

26 dicembre 2023

Gli ecoreati sono reati contro l’ambiente, ovvero quelle azioni dannose che colpiscono un bene comune come la Terra.

 

L’esigenza di un aggiornamento della normativa vigente ha portato a diverse negoziazioni a livello europeo che hanno coinvolto la presidenza del Consiglio e il Parlamento europeo: è stato raggiunto un accordo provvisorio su una proposta di direttiva dell'UE che migliorerebbe le indagini e l'azione penale nei confronti dei reati ambientali.

 

La nuova direttiva mira a stabilire norme minime per la definizione dei reati e delle sanzioni al fine di tutelare meglio l'ambiente e sostituisce la precedente direttiva del 2008, divenuta obsoleta a fronte degli sviluppi del diritto ambientale dell'UE.

 

Il provvedimento definisce con maggiore precisione la criminalità ambientale e aggiunge nuovi tipi di reati ambientali. Inoltre introduce per la prima volta sanzioni per le persone giuridiche – che a differenza delle “persone fisiche” non a fanno riferimento a sola persona ma a un insieme organizzato di persone o beni - in tutti gli Stati membri dell'UE. L’accordo dovrà ora essere confermato dalle due istituzioni prima di passare alla procedura di adozione formale.

 

Cosa cambia: più reati e sanzioni più severe

Con la nuova direttiva aumenta il numero dei reati che da 9 passa a 18: in questo modo viene ampliato e precisato il tipo di azioni vietate in quanto dannose per l'ambiente. I nuovi reati comprendono il traffico di legname (un'importante causa di deforestazione in alcune parti del mondo), il riciclaggio illegale di componenti inquinanti di navi e le violazioni gravi della legislazione in materia di sostanze chimiche.

 

Il Consiglio e il Parlamento europeo hanno concordato inoltre una clausola relativa ai "reati qualificati", cioè quei reati che - come si legge nel comunicato stampa del Consiglio europeo – “provocano distruzione, danni irreversibili, diffusi e rilevanti o danni duraturi a un ecosistema di dimensioni o di valore ambientale considerevole, o a un habitat naturale all'interno di un sito protetto, o alla qualità dell'aria, del suolo o delle acque”.

 

L'inasprimento delle sanzioni previsto nella proposta della nuova direttiva UE distingue se il reato è commesso da persona fisica o da persona giuridica. Nello specifico, si fa riferimento alle persone fisiche:

 

  • per i reati dolosi che provocano il decesso di persone. È prevista una pena massima di almeno dieci anni di reclusione;
  • per i reati qualificati che causano risultati catastrofici, con una pena massima di otto anni di reclusione;
  • per i reati commessi per grave negligenza che provocano il decesso di persone, una pena massima di almeno cinque anni di reclusione;
  • per altri reati dolosi inclusi nella normativa, una pena massima di almeno cinque anni o almeno tre anni di reclusione.

 

Nel caso delle persone giuridiche, invece, la direttiva prevede le seguenti sanzioni:

 

  • per i reati più gravi, una sanzione pecuniaria pari ad almeno il 5% del fatturato mondiale totale della persona giuridica o, in alternativa, a 40 milioni di euro;
  • per tutti gli altri reati, una sanzione pecuniaria massima pari ad almeno il 3% del fatturato mondiale totale della persona giuridica o, in alternativa, a 24 milioni di euro.

 

A queste si aggiungono delle possibili misure supplementari, tra cui l'imposizione dell'obbligo per l'autore del reato di ripristinare l'ambiente o di compensare i costi connessi ai danni, l'esclusione dello stesso dall'accesso ai finanziamenti pubblici o il ritiro di permessi o autorizzazioni.

 

Formazione e personale qualificato, una priorità a tutela dell’ambiente

Agli Stati membri è chiesto un intervento anche nell’ambito della formazione per le persone che si occupano di accertare, indagare, e perseguire i reati ambientali. I paesi dell'UE dovranno anche assicurarsi che tali autorità dispongano di risorse adeguate, ad esempio in termini di numero di personale qualificato e di risorse finanziarie per svolgere le loro funzioni in conformità alla direttiva e al fine di renderla efficace. La direttiva contiene inoltre disposizioni in materia di sostegno e assistenza alle persone che segnalano reati ambientali, ai difensori dell'ambiente e alle persone colpite da reati ambientali.

 

I dati sugli ecoreati e perché è importante prevenirli

La criminalità ambientale è una delle attività più remunerative della criminalità organizzata mondiale e ha ripercussioni considerevoli non solo sull'ambiente, ma anche sulla salute umana. È estremamente redditizia ma difficile da individuare, perseguire e punire.

 

Dalle analisi della Commissione europea è emerso che gli effetti della direttiva del 2008 erano limitati, poiché il numero di casi indagati con esito positivo e conclusi con una condanna rimaneva scarso. Inoltre i livelli sanzionatori imposti erano troppo bassi per risultare dissuasivi e la cooperazione transfrontaliera non veniva attuata in modo sistematico. Da qui è nata la necessità di una proposta volta a migliorare l'efficacia della direttiva.

 

“Abbiamo negoziato con successo una posizione di tolleranza zero sui crimini ambientali che hanno enormi conseguenze per la salute umana e l’ambiente. È fondamentale combattere questi crimini transfrontalieri a livello europeo con sanzioni armonizzate, dissuasive ed efficaci per prevenire nuovi crimini ambientali. La prevenzione è fondamentale, ed è per questo che abbiamo evidenziato la necessità di maggiori risorse, ricerca, formazione e campagne di sensibilizzazione rivolte sia al settore pubblico che a quello privato. Non ci si nasconde più dietro autorizzazioni o scappatoie legislative: questa legge è a prova di futuro, il che significa che l’elenco dei reati sarà aggiornato. Se inquini pagherai per i tuoi crimini; non solo le aziende criminali che pagano multe, ma anche il carcere per i rappresentanti delle aziende inquinanti”, ha affermato Antonius Manders, relatore del Parlamento europeo.


“Nonostante la direttiva vigente, il numero di indagini e condanne transfrontaliere nell’Ue per reati ambientali non è aumentato in misura sostanziale. Per contro, la criminalità ambientale cresce a tassi annui compresi tra il 5 % e il 7 % a livello mondiale, creando danni duraturi per gli habitat, le specie, la salute delle persone e le entrate dei governi e delle imprese” ha dichiarato la Commissione europea. Secondo le stime dell’Unep e dell’Interpol, pubblicate nel giugno 2016, la perdita annuale causata dalla criminalità ambientale è compresa tra 91 e 258 miliardi di dollari: per questo motivo intervenire è, oltre che urgente, estremamente necessario.

 

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