La produzione nazionale dei rifiuti urbani (RU) nel 2021 si attesta a 29,6 milioni di tonnellate, in aumento del 2,3% rispetto al 2020. A mostrare questo dato è il Rapporto elaborato dal Centro Nazionale dei Rifiuti e dell’Economia Circolare dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA).
Nonostante le differenze territoriali, l’aumento di produzione dei rifiuti si riscontra in tutte le macroaree geografiche: le regioni del sud fanno registrare la crescita percentuale più consistente (+2,9%), seguono le regioni del centro (+2,5%) e quelle del nord (+1,9%). Dati significativi che fanno emergere l’importanza di implementare in tutti i territori la gestione integrata del ciclo dei rifiuti, così da valorizzarli e dare loro una seconda vita in ottica di circolarità.
In particolare, la fotografia fatta dal Rapporto ISPRA registra un incremento nella produzione di rifiuti nei 16 comuni con popolazione residente superiore ai 200mila abitanti. Qui l’incremento tra 2020 e 2021 è stato ancora più alto del +2,8% della media nazionale. A eccezione della Valle d’Aosta e dell’Emilia-Romagna, la cui produzione è rimasta pressoché stabile, tutte le altre regioni italiane hanno fatto rilevare un aumento dei rifiuti prodotti.
La ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica è all’origine della crescita dei rifiuti urbani prodotti in Italia nel 2021. Le cause principali sono individuate nella riapertura delle attività commerciali, industriali, artigianali, accentuate dalla ripresa degli spostamenti e dei flussi turistici.
Ad aumentare è anche la raccolta differenziata dei rifiuti, indispensabile per garantire la gestione virtuosa degli scarti. Con riferimento all’intero periodo 2011-2021 si registra un incremento medio annuo della raccolta della frazione organica pari al 5,1%, con un valore massimo del 9,7% tra il 2013 e il 2014.
Sul totale del territorio servito dal Gruppo Iren attraverso Iren Ambiente, ovvero oltre 3,8 milioni di abitanti, la percentuale di raccolta differenziata è del 70,3% (nel 2021), con punte che superano l’81%, contro un dato nazionale che si attesta al 63% (dati anno 2022). A fare la differenza l’attenzione per il trattamento di varie tipologie di rifiuti, l’impiego di attrezzature innovative e la sperimentazione di progetti innovativi per aumentare la qualità del servizio.