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Il Car sharing di quartiere arriva a Reggio Emilia

12 aprile 2024

Due automobili elettriche e venti persone. Da questa sperimentazione, ha inizio a Reggio Emilia il progetto di un car sharing di quartiere. Si chiama “NINA” ed è l’iniziativa del Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, PUMS, che verrà avviata a maggio in alcune zone della città: prima in Centro storico e nel quartiere Crocetta e poi anche a Rosta Nuova.

 

Lo scopo del car sharing come idea di auto condivisa è quello di incentivare il passaggio dalla proprietà dell’auto all’uso collettivo, riducendo i costi fissi per ognuno e contribuendo a sostenere relazioni e valori nella comunità.

 

La sperimentazione coinvolge un partenariato privato guidato dalla società di consulenza T-Bridge, che ha elaborato il progetto di fattibilità e coordinerà la fase di sperimentazione, TIL S.r.l., che fornirà le auto elettriche e E-vai l’applicazione per la gestione delle auto. L’installazione delle quattro colonnine di ricarica nei quartieri in cui partirà la sperimentazione è stata gestita dal Gruppo Iren: due colonnine in Centro Storico (Via Galgana e piazza Andrea Costa), una a Crocetta (Via Vasco da Gama) e una a Rosta Nuova (Via Medaglie d’Oro).

Non è la prima volta che il Gruppo Iren si impegna per ottimizzare i consumi e ridurre l’impatto ambientale degli spostamenti. A riguardo, numerose soluzioni sono offerte dai servizi di IrenGO, il progetto firmato dal Gruppo Iren proprio con l’obiettivo di proporre soluzioni innovative e originali di eMobility, ispirandosi a principi di sostenibilità ambientale e di risparmio energetico.

A Reggio Emilia un progetto di condivisione

L’iniziativa, i cui lavori sono iniziati a novembre 2021, partirà con due auto Renault ZOE full-electric per Centro Storico e quartiere Crocetta; e a breve sarà disponibile un’auto anche per Rosta Nuova. In tutto i cittadini coinvolti saranno 30. Il progetto si poggia sulla forza di un settore in crescita e trasformazione: quello dello sharing.

 

Da un progetto di fattibilità, sono stati coinvolti gruppi chiusi di cittadini privati che, come condomini o soci delle stesse associazioni o ancora abitanti dello stesso quartiere, sentono utile l’idea di condividere la stessa automobile. In questo modo, sia per i cittadini sia per gli ideatori, si promuove l’uso responsabile delle risorse e l’accesso a un tipo di mobilità più sostenibile.

L’idea ha preso spazio dapprima in quartieri dove la disponibilità di garage è limitata e la sosta avviene in strada, come a Rosta Nuova e in Centro, e si è poi allargata a Crocetta, dove il gruppo si è proposto in autonomia. I cittadini hanno deciso di adottare una tariffa “a consumo”: una progressiva - che aumenta con la frequenza d’uso (25 €/mese + 2 euro all’ora + 0,07 €/km percorso) - e una flat - con una cifra fissa al mese (55 €/mese + 0,07 €/km percorso).

 

Le auto del car sharing di quartiere avranno a disposizione degli stalli e dei posti auto a loro riservati e personalizzati con la grafica del progetto, così come anche le colonnine fornite da Iren. L’obiettivo è che questo modello sperimentale possa essere una spinta per replicare il progetto in altre zone e territori. 

 

Car sharing: come funziona e cosa fare per prenderne parte

I cittadini interessati devono iscriversi alle associazioni di riferimento e sottoscrivere il Regolamento d’uso del proprio quartiere. Ogni utente creerà un account personale sull’applicazione dedicata al progetto, tramite la quale sarà possibile prenotare l’auto di quartiere, aprirla, chiuderla e visualizzare i dati relativi a ciascuna operazione. Al termine di ogni utilizzo, l’auto andrà posizionata presso lo stallo dedicato e messa in carica.

 

Nel processo di co-progettazione e poi di sperimentazione del progetto di Reggio Emilia il Comune ha un ruolo chiave come mediatore e facilitatore della collaborazione tra attori pubblici, privati e la comunità locale nel processo di transizione verso un modo di muoversi sostenibile.

 

Nell’idea di Comune e dei supporter privati, tra cui Iren, la comunità è centrale sin dal primo momento, incoraggiando una partecipazione attiva e dando rilevanza alle specificità di tutti i territori.

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